Un faro riacceso: Abbazia di Santa Maria di Pulsano

L'abbazia di Santa Maria di Pulsano , ubicata a circa 8 chilometri da Monte Sant'Angelo sul promontorio del Gargano , su di un altopiano alla sommità di un vallone, è affacciata sul golfo di Manfredonia. Un'impervia strada s'arrampica su per la montagna dove esistono una serie di eremi con pitture rupestri in gran parte rovinate. In auto è raggiungibile solo da Monte S. Angelo.

Fondata nel 1129 da Giovanni da Matera, è stata, dal XII al XIV sec., uno dei più importanti centri del monachesimo del Meridione. Il declino degli ordini monastici portò alla progressiva decadenza dell'abbazia, culminata nella sua soppressione. Da qualche anno, Pulsano è tornato a essere un monastero vivo, dove i monaci sono disponibili all'accoglienza e a servire il popolo di Dio nella Chiesa di Manfredonia - Vieste.

Da 16 secoli il servizio tipico della vita monastica è stato quello di tener desti quei valori che appartengono a tutti i cristiani: primato della Parola, della preghiera, dello studio, del lavoro dei campi o artigianale e di arte sacra e infine della
comunione fraterna. L'attuale comunità monastica è impegnata a "disciogliere" un po' di questa vita anche nei nostri paesi. Una sorta di monachesimo a ragnatela e la possibilità di offrire, a chi lo desidera, un contatto serio con l'esperienza monastica, evitando le visite sporadiche e occasionali.

Su questo colle solitario del Gargano , in un ambiente aspro e arido, i monaci si sono radunati fin dal VI secolo, ad opera del santo pontefice e monaco Gregorio Magno per vivere, all'ombra del Santuario dell'Arcangelo, una vita di ascesi e di contemplazione. Questi eremiti parlavano latino e greco e la loro liturgia e spiritualità erano spiccatamente "greche". Sono da annoverare a tal proposito le numerose tracce di graffiti e la pergamena ormai nota come Evangelo di Pulsano .

La storia di Pulsano presenta vari periodi. Il primo eremitico (VI-XII sec.}; un secondo cenobitico (XII-XIX sec.): i Pulsanesi prima e in seguito i monaci Cistercensi , i Domenicani , i Francescani e i Celestini fino alla soppressione da parte di G. Murat nel 1807. Segue un periodo di .assenza monastica, ma di presenza del popolo cristiano. Il decadimento e l'abbandono in questi ultimi decenni ha visto il sacrilego furto della Icona della Madre di Dio di Pulsano, dipinta nel secolo XI, di statue, capitelli, suppellettili e arredi sacri. Infine, dal 1997, la rinascita cristiana e il ritorno della presenza monastica. I monaci di Pulsano, detti gli "Scalzi", presenti in 30 abbazie sparse in Italia e nelle Isole slave dell'Adriatico, tutte dipendenti dalla abbazia madre di Pulsano, godettero nei secoli di grande stima e venerazione.

Numerosi sono i documenti che ne raccontano la storia. Dalla Bolla di Papa Alessandro III , datata Vieste 9 febbraio 1177, che stabilisce come , a Pulsano sarà osservata la vita monastica ed eremitica, a quella dell'imperatore Federico II, datata Foggia maggio 1225, con cui il sovrano conferma i privilegi e i possedimenti del protomonastero di Pulsano. Altre testimonianze sono quelle del pontefice Niccolo IV, che nel 1291 concedeva l'indulgenza a coloro che nella festività di Maria visitavano i monasteri pulsanesi, di papa Onorio III... Tra le chiese costruite dai monaci pulsanesi sono da visitare nella ex Jugoslavia le chiese nelle isole slave di Hvar e Miljet e in Italia le chiese di S. Giacomo Maggiore in Barletta, S. Michele degli Scalzi in Pisa e Pavia, S. Clemente a Casauria (Pescara), S. Maria di Vallebona (Isernia).

 

 

 

Testi di Alberto Cavallini  per l'Ufficio Docesano Comunicazioni Sociali di Manfredonia - Vieste.