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DIALETTI PUGLIESI: il foggiano - il barese - il tarantino - il salentino - il brindisino
Dal mare nascono, vivono e muoiono le voci pugliesi che scelgono il loro dialetto per raccontare la propria terra, come quella del leccese Giuseppe De Dominicis (1869-1905): “De nanti, mare e mare! Fenca rria la ista ete nnu specchiu nnargentatu, pràcetu, sotu… A ffundu, comu sia ca lu celu allu mare stae mmescatu. (di fronte, mare e mare! Fin dove arriva la vista è uno specchio d’argento, placido, fermo... come se in fondo il cielo stesse mescolato col mare).
Se il sole è troppo caldo nel portu di Brindisi o nel muèle vècchie (porto vecchio) di Bari si può invocare u vindë( il vento) da Foggia oppure provare a dissetarsi con i meloni, u muloni (se siete nel brindisino), o lu miloni vi trovate nel tarantino, Meglio ancora, prendete la varche (la barca) da Bari e chjanu chjanu (piano piano) seguite la rotta fino a Tranì e poi Barletta che avime fatte trende, facimê trendune (abbiamo fatto trenta facciamo trentuno).
E' notevole la differenza del dialetto tra il salento ed il gargano.
Il dialetto pugliese tende a sonorizzare gli antichi gruppi latini “nt”, “nc”, “mp” in “nd”, “ng”, “mb” e la “s” in “z”, mentre il dialetto salentino li conserva intatti. Quindi un barese dirà: “candare” per “cantare”, “angora” per “ancora”, “tembo” per “tempo” e “penziero” per “pensiero”.
Un’altra particolarità fonetica, , è la trasformazione dei gruppi “nd” e “ll” in “nn” e “dd”(così “quann” per “quando”, “cavadd” per “cavallo”). Questa caratteristica fonetica ha toccato però anche parte del Salento, visto che alcuni dialetti, per esempio, dicono “quannu” per “quando”.
Tra le innumerevoli varianti del dialetto pugliese il più famoso è il barese. I dialetti dell’area barese, sono facilmente individuabili per la presenza dell”a” palatizzata in dittongo (fratello diventa “freutë”) e per il cosiddetto frangimento vocalico, cioè il mutamento della vocale “i” in “öi” o in “ei”, per cui “gaddöine” o “gaddeine” per “gallina”. , e sono diventati noti grazie ad attori e comici di fama nazionale, memorabili alcune battute di Banfi, come quella sulla torta di mare con "le vongole verèci nel film 'Vieni avanti cretino'. A proposito di cibo e dialetto, ecco alcune parole chiave per gustare i patti autoctoni in lingua: le baresi : strascinete (orecchiette di semola pregiata) che possono essere condite con la brasciole (ragù di carne di cavallo o di manzo) o con e cemederèpe.
Nei dialetti della penisola salentina, invece, sono assenti tutti questi turbamenti vocalici. Il sistema vocalico salentino mantiene la “a” e “e” aperte e chiuse e manca della metafonia (cambio vocalico) caratteristica del centro-sud. Per cui nell’area pugliese lo straniero sentirà: “misi” per “mese” e “chistu” per “questo”. Un altro tipico fenomeno vocalico, che contraddistingue il dialetto pugliese da quello salentino, è la pronuncia della “ë” in finale di parola, per cui avremo “casë” per “casa” e “portë” per “porta”, al contrario del salentino che pronuncia le vocali finali in maniera chiara.
II vocabolario del pugliese
Per chi ama il pesce o i frutti di mare, ottmi i rizzi (ricci di mare) in puro dialetto salentino, piuttosto che e tràscene (tracine), in tarantino doc. Per i carnivori, assolutamente da non mancare l'agnill a catturili (agnello con verdure e spezie) tipico del foggiano, i turcinieddhi (involtini di agnello) di area salentina, u' quagghiarìdde (frattaglie di montone con scamorza, uova, salame) di Andria.
Tra i piatti della tradizione contadina, d'obbligo i pampasciuni opampasciul. (lampascioni) del Salento, la 'ncapriata (purea di fave e cicoria tarantina, che nel brindisino prende il nome di favi e fogghi e nel barese di favètta e cakoria), i cardurtcieddi brindisini (mix di cardi, acciughe e pane grattugiato).
Sulla tavola ovviamente immancabile u'tarett' (il tarallo) in tutte le sue versioni, dolce, salato, guarnito con semi di finocchio, cipolle, pepe o tiaulicchiu (il peperoncino in dialetto salentino).
Dalla tavola al mare che in salentino diventa lu mare, mentre nel brindisino lu mari, senza dimenticare u mare di Bari e a praje (la spiaggia) di Taranto.