Puglia - Pittura Puglia - Pittura San Leonardo
Sulla statale per Foggia, a 10 Km. da Manfredonia, nella zona delle Matine in Lama Volara, sorge maestoso il Tempio consacrato a S. Leonardo, protettore dei carcerati. Il complesso monumentale, formato dalla chiesa, dal convento e dall'ospizio, si scorge da lontano per le due cupole della chiesa a tamburo ottagonale ed il tipico camino a torretta del convento.I caratteri architettonici della chiesa con una navata centrale, coperta da una serie di cupole, e quelle laterali da volte a botte, dette rampanti, esprimono un mondo culturale tra l'oriente-latino "Terra Santa" e quello franco delle crociate, pellegrinaggi (N. Tomaiuoli della Soprintendenza ai Beni AA.AA.AA.SS. per la Puglia).Il monastero venne fondato verso la fine dell'XI sec. dai canonici regolari di S. Agostino e nel 1261 venne concesso da Papa Alessandro IV all'Ordine Teutonico di S. Maria di Prussia, che lo reggerà fino al 1475. L'ultimo rappresentante di quest'Ordine fu il Vescovo di Troia, Stefano Gruben. Nel 1485 n'era abate il Cardinale di Parma, Giangiacomo Sclafitamus.La sua storia è tutta scritta nel "Regesto di S. Leonardo di Siponto", edito dal Camobreco nel 1913. I documenti più antichi risalgono al 1127.Accanto alla Badia vi era un'ospizio, che ospitava i pellegrini diretti alla grotta di S. Michele e in Terra Santa. Fece anche da infermeria agli Abruzzesi, che svernavano le loro greggi in Capitanata. All'interno della chiesa sono tutt'ora riscontrabili dei lavori decorativi, eseguiti dai Cavalieri Teutonici, mentre all'esterno domina lo stupendo portale, del quale hanno parlato insigni studiosi di storia dell'arte, come: Bertaux, Lenormant, Gregorovius e Artur Haseloff. Interessantissimo il simbolismo dei due leoni, che sorreggono questo portale, l'uno che, frantumando una figura nuda, ammonisce ad essere vigilanti, perché il diavolo gira intorno a noi come un leone ruggente e l'altro che, cibandosi di un pesce (Ichtus monogramma greco per Gesù Cristo, Figlio di Dio Salvatore), fa diventare forte il cristiano come un leone. L'architrave, di età federiciana, e impreziosito di foglie a forma di "S" e i capitellli delle colonne portanti sono vere opere d'arte, realizzati con molta grazia, spirito religioso e ricchezza d'espressione, come la visita dei Magi al Bambin Gesù e il somarello montato dal pellegrino al Gargano, protetto dall'Arcangelo Michele.Non meno importante è la scultura del centauro saettante, che rappresenta la costellazione del mese di novembre, in cui cade la festa di S. Leonardo (6 nov.) e la finestra dell'abside centrale, sormontata da un grifone, che porta la firma di Guilielmus sacerdos. Un insieme di messaggi, di sculture, di pitture, di firme e di nomi importanti fanno di questa Abbazia un vero monumento nazionale.Ma la chiesa di S. Leonardo non è solo questo. Altre due grandi meraviglie ci vengono offerte da questo grandioso Tempio: il fascio di luce del solstizio d'estate e l'omonimo Crocifisso. La prima si verifica il 21 giugno di ogni anno, tra alle ore 12 (ora solare), quando si assiste al fenomeno del misterioso raggio di sole più alto dell'anno, catturato attraverso un foro gnomonico di un rosoncino a 11 raggi, collocato nella volta della chiesa, che nulla ha da invidiare alla celebre Cattedrale francese di Chartres, dove a mezzodì di ogni solstizio d'estate un raggio di sole illumina una formella metallica incastrata nel pavimento mediante il foro di una ventrata, mentre il fascio di luce di S. Leonardo cade al centro dei due pilastri, che guardano l'ingresso laterale della chiesa.La seconda meraviglia è l'artistico Crocifisso ligneo. Si tratta di un vero capolavoro d'arte del XII-XIII sec. delle dimensioni di m. 2,44 d'altezza per 2,20 di larghezza. La scultura, realizzata in loco da intagliatore dauno, funge quasi da ponte tra il mondo delle icone con pittura e tecnica orientali e quello delle sculture d'Oltralpe con la corrente nordica, portata prima dai Normanni e dagli Svevi e successivamente dagli Angioini. Entrambe le culture, trovando alimento in Puglia, hanno dato vita ad una scuola di artisti locali, che con mezzi e tecniche proprie hanno originato nel Gargano una scuola di intarsiatori, come risulta dai versi di Floriano da Reims, nel secolo X, sulla produzione di marmi intarsiati dai Sipontini. Questo fatto non esclude che l'intarsio fosse praticato pure sul legno. Certo è che nell'XI secolo operano nel Gargano valenti scultori: Acceptus, David e Romualdo, le cui opere firmate testimoniano il grande patrimonio artistico della nostra terra, come l'aquila marmorea della Basilica di Siponto (custodita presso l'Episcopio di Manfredonia) e la cattedra della grotta dell'Arcangelo Michele a firma di Acceptus.Il Crocifisso di S. Leonardo, dopo gli interventi di restauro del 1957, eseguiti in Roma presso l'Istituto Centrale del Restauro, ha rilevato tracce di colore azzurro e rosso nel perizoma e bianco nelle carni. La presenza di pittura, elemento tipico dello stile e della tecnica delle icone, convalida l'appartenenza di questo Crocifisso al mondo bizantino, mentre l'opera scultorea dello stesso lo avvicina a quello d'Oltralpe e quindi alla cultura europea. Infatti a quest'ultima corrente vengono attribuiti vari esemplari di Crocifisso doloroso di tipo spagnolo e altri di gotico francese, che esprimono la naturalezza della scultura monumentale delle Cattedrali di Chartres e di Reims. Singolare però è il Crocifisso di S. Leonardo che e il più antico del gruppo e che sembra sia stato prodotto in un ambiente, dove il colore aveva un senso simbolico, che è caratteristica delle icone. Il Crocifisso di S. Leonardo, ricoperto di una tela gessata su cui si distende il colore, evidenzia chiaramente il mondo orientale, mentre il rilievo delle costole, dei muscoli e delle vene richiamano la tecnica delle sculture in metallo. Quest'opera non esprime sofferenze, come nell'arte gotica (Crocifisso della Cattedrale di Lucera, quello di Andria e altri di fattura spagnola), ma calma, serenità, pace e quindi un Cristo glorioso e risorto con gli occhi aperti, i piedi staccati e le braccia distese in segno di abbraccio universale. Per il Petrucci il Crocifisso è databile tra il 1220-1230, quando il monastero di S. Leonardo era ricco e potente. Prima del 1956, il cimelio dominava nel primo altare a destra dell'ingresso principale.Nel 1958 venne esposto all'Expo di Bruxelles, dopo il restauro del 1957. Per circa 28 anni è stato il fiore all'occhiello della Pinacoteca Provinciale di Bari e lontano dal suo luogo originario. Solo il 24 aprile del 1985 rientrava dal suo lungo esilio in Manfredonia, grazie all'opera di un apposito comitato d'Onore: Centro di Documentazione Storica di Manfredonia, Circolo Unione, Lions Club e Rotary Club. Attualmente, è custodito nella Cattedrale di Manfredonia, dove viene venerato e ammirato insieme al Sacro Tavolo della Madonna di Siponto (anno 1200) e la statua lignea, detta "Sipontina" del V-VI secolo.
La pittura bizantina in Puglia
OTRANTO (CHIESA DI S.PIETRO)
Fu realizzata tra la fine del IX e l'inizio del X sec. sulla parte più alta della città. Gli affreschi che arricchiscono il suo interno sono stati realizzati in più fasi e si segnalano in particolare le scene evangeliche della Lavanda dei piedi e dell'Ultima Cena datate al X sec.
MURO LECCESE (CHIESA DI S.MARINA)
Nella piccola chiesa è di estremo interesse un affresco raffigurante l'Ascensione del Cristo confrontabile con affreschi francesi del XII sec. a confermare le penetrazioni culturali occidentali nell'ambito figurativo pugliese.
POGGIARDO (CRIPTA DI S.MARIA)
Gli affreschi, staccati negli anni '50 per un restauro, sono esposti in un museo comunale costruito nel 1975. Provenienti da una cripta rinvenuta nel 1929 e dedicata a S. Maria, sono piuttosto affini a quelli della cripta di S. Biagio a S. Vito dei Normanni, soprattutto per il trattamento delle fisionomie.
VASTE (CRIPTA DEI SS.STEFANI)
Testimonianze pittoriche dai tardi influssi bizantini caratterizzano questa cripta dove si può ammirare una scena della Visione di S. Giovanni di altissima qualità artistica.
CARPIGNANO (CRIPTA DI S.MARINA E CRISTINA)
Assolutamente da non perdere questo splendido esempio di chiesa rupestre a doppia navata biabsidata. Sono visibili pitture di chiara pertinenza bizantina con effigi del Cristo benedicente in trono, dell'Annunciazione, della stessa S. Marina etc.
Di particolare interesse l'Annunciazione affrescata da Teofilatto nel X sec. che ricorda uno dei più antichi affreschi della chiesa di S. Pietro ad Otranto.
UGENTO (CRIPTA DEL CROCIFISSO)
Situata nei pressi del centro urbano moderno, è caratterizzata da un originale soffitto decorato con motivi circolari e stellari rossi e neri su fondo chiaro e scudi rosso-crociati, interpretati dagli studiosi come stemmi dei Templari, a conferma dei già documentati legami tra gli ordini della Terra Santa e la Puglia. Sulle pareti un'Annunciazione e una Madonna con Bambino (XIII-XIV sec.)
NARDO' (CHIESA RUPESTRE DI S. ANTONIO ABATE)
Suggestivo esempio di chiesa rupestre lungo la dorsale delle Murge salentine in cui compaiono, tra le altre, splendide raffigurazioni dei santi cavalieri Giorgio e Demetrio (XIII sec.).
GALLIPOLI (CHIESE DI S. MAURO E DI S. SALVATORE)
La prima è situata su una panoramica serra da cui si gode una suggestiva veduta della costa ionica a Nord di Gallipoli. All'interno si possono ammirare affreschi duecenteschi che sono tra le ultime significative tracce della cultura greca nel Salento. La seconda, con navata centrale voltata a botte e due navatelle laterali, è inserita in un complesso architettonico rurale. Nell'interno si conservano gli affreschi della nicchia absidale e della soprastante parete lunettata, anch'essi pertinenti gli ambienti monastici greci (inizi del XIV sec.).
S. MARIA DI CASARANELLO
In questa chiesa è una celebre immagine S. Giorgio tipica della cultura devozionale crociata nonché un ciclo dedicato alle storie di S. Margherita. L'edificio sacro, già noto per i suoi mosaici paleocristiani, è un'altra significativa testimonianza degli influssi occidentali della pittura dell'Italia meridionale nella seconda metà del '200.
S.VITO DEI NORMANNI (CHIESA-CRIPTA DI S. BIAGIO)
Questa cripta è anch'essa nota per i suoi affreschi datati con certezza intorno al 1200 e che rappresentano l'unico riferimento cronologico certo per la pittura di quel periodo. Raffigurano tra gli altri S. Andrea, S. Giovanni Evangelista e un S. Nicola con iscrizione bilingue (greco e latino).
S.MARIA DI CERRATE
In questa chiesa abbaziale è possibile osservare una serie di affreschi realizzati tra XII e XIII sec. di grande importanza nella storia della pittura bizantina nel Mediterraneo, nonché un singolarissimo puzzle di frammenti dipinti reimpiegati senza alcun nesso nel corso di successivi rifacimenti.
BRINDISI (S.MARIA DEL CASALE)
La chiesa è un bellissimo esempio di costruzione romanico-gotica della fine del XIII sec. e vi sono conservati degli splendidi affreschi bizantini trecenteschi in cui si possono riconoscere chiare influenze gotiche.
FASANO (TEMPIETTO DI SEPPANNIBALE)
In questo edificio, situato nell'area della masseria omonima, vi sono importanti esempi della pittura longobarda del IX sec in assoluto fra i più antichi dell'intera regione. Rappresentano un importante esempio della cultura figurativa precedente la riconquista bizantina. In particolare, per questi affreschi è stato proposto un confronto con i modi stilistici della coeva pittura beneventana.
PINACOTECA DI BARI
Da non perdere per la ricchezza delle icone in essa custodite fra cui si ricordano l'icona di S. Margherita e quella di S. Nicola (sec. XIII) e due icone della Vergine con il Bambino provenienti una da Ciurcitano e l'altra da Giovinazzo.
EPISCOPIO DI ANDRIA
In questo edificio, che simboleggiava la dignità e l'indipendenza della città dal dominio di Costantinopoli è visibile una stupenda rappresentazione della Madonna con bambino interessante per il dibattito tuttora aperto riguardo la sua datazione (probabilmente collocabile agli inizi - prima metà del XIII sec.) e l'ambito culturale di provenienza. Indiscutibile comunque la sua qualità pittorica.
MOTTOLA (SANTUARIO DI S.NICOLA E ALTRE CRIPTE)
Il santuario si trova all'interno di uno dei più straordinari e conservati complessi rupestri del Meridione e vi si possono ammirare splendide raffigurazioni della Vergine, del Cristo in trono, di S.Giovanni evangelista ecc. A causa della loro estrema originalità stilistica queste pitture sono ancora di difficile datazione.
MASSAFRA (CRIPTA S. LEONARDO)
In questa interessantissima serie di affreschi è possibile cogliere gli ultimi riflessi della pittura bizantina in Puglia prima che cedesse definitivamente il passo a quella di cultura angioina. Anche questa cripta è situata in un suggestivo paesaggio rupestre ricco di insediamenti.