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SCULTURA IN PUGLIA
Nella basilica di San Nicola di Bari, fondata nel 1087 e consacrata solo nel 1197, si conserva un pezzo scultoreo di straordinario dinamismo e modernità, la cosiddetta cattedra di Elia, riferita agli anni 1098â€"1105 in base all’iscrizione e a una Cronaca contemporanea; scolpita in un unico blocco marmoreo in cui sono ricavati il seggio vero e proprio e le figure di sostegno (tre personaggi sul fronte e due leonesse nell’atto di azzannare le loro vittime sul tergo), la cattedra è stata messa in collegamento con esperienze del primo romanico francese, specialmente con la prima scuola tolosana (da Wackernagel), e con Wiligelmo (da Kingsley Porter), che si vuole addirittura vedere attivo nell’atelier barese e poi a Modena. Le perplessità riguardo alla datazione così alta in rapporto all’elevato livello artistico, espresse già da Bertaux e da Toesca, vengono concretizzate da Géza de Francovich che, ritenendo la mirifica sedes ‘preparata’ da Elia in occasione del concilio barese del 1098 nient’altro che un suntuoso seggio in legno, data la cattedra dopo il 1105. Addirittura la Belli D’Elia, rilevando anomalie nel latino della Cronaca, ne confuta il valore probante collocando l’esecuzione della cattedra tra il 1166 e il 1170, ad opera di un maestro che ha avuto esperienze in Emilia, Sicilia, Campania e forse nel Nord Europa. Altri studiosi (Schäfer - Schuchardt e Cioffari) scelgono invece di tornare alla tradizionale datazione, tanto che anche la Belli D’Elia nel 1990 ammorbidisce la sua posizione, accettando una cronologia più alta per le similitudini esistenti fra il trono e le decorazione progettate al tempo dell’abate Eustazio (1105â€"1123). Da ultimo, un’opinione espressa da Poeschke riporta la datazione agli anni intorno al 1100â€"1105, che troverebbero conforto non solo nell’iscrizione ma anche nel confronto con l’archivolto di Monopoli, sicuramente datato al 1107, rendendo il trono meno isolato nel panorama scultoreo pugliese.
Esiste in Puglia un gruppo di opere che la critica ha ripetutamente accostato alla scultura d’Oltralpe, tra cui l’archivolto con protomi angeliche dell’antica cattedrale di Monopoli, recante la data del 1107, come già ricordato, e le due lastre poste all’accesso di San Giovanni in Tumba a Monte Sant’Angelo; l’archivolto, accostato dagli studiosi al coronamento del portale della cattedrale di Acerenza e al trono barese e confrontato con alcuni esiti della scultura di Aulnay, viene datato dalla Belli D’Elia alla seconda metà del XII secolo, assegnando priorità cronologica all’arco acheruntino per una maggiore fluidità stilistica e adesione ai modelli della Francia meridionale.
Anche le due lastre di Monte Sant’Angelo, recanti in basso la Cattura di Cristo e in alto i partecipanti alla Deposizione, presentano per gli studiosi relazioni con la scultura francese; in particolare le vesti, i volti con lunghi capelli, le barbe appuntite e gli occhi con orbite sporgenti legano le figure delle lastre alla plastica della Linguadoca (Wackernagel). Allo stesso modo la Belli D’Elia, ravvisando nel gruppo la stessa matrice che informa gli archivolti di Monopoli e Acerenza e la cattedra di Elia, osserva che l’accento francese, sia pur orecchiato, appare senz’altro preponderante; naturalmente la studiosa estende anche alle lastre di Monte Sant’Angelo una cronologia intorno alla metà del XII secolo.