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LEGGENDE PUGLIESI
SANTA LUCIA
Un vaccaro, durante un periodo di grande siccità, portando al pascolo le mucche intorno alla Cappella, circondata ancora da boscaglie, spesso notava che una mucca, allontanandosi dalla mandria, faceva perdere le sue tracce. Preso da curiosità, un giorno la volle seguire, e grande fu la sua meraviglia quando, fattosi strada tra alberi, erbe e rovi disseminati lungo la discesa dell'avvallamento, la trovò che beveva, con le ginocchia piegate, forse proprio per l'abbassamento del livello dell'acqua a causa della siccità, accanto al quadro di S. Lucia ( per raggiungere i suoi fini non sempre Iddio si serve di eventi soprannaturali, ma anche di eventi naturali ed istintivi
LA ROMANTICA STORIA DEL MERLETTO
Il pizzo a tombolo più famoso del mondo è il pizzo di Fiandra. La leggenda dice che è nato così: c'era una volta a Bruges una fanciulla di nome Serena bellissima ma poverissima. Amava, riamata, un giovane artista povero quanto lei. Un brutto giorno la mamma di Serena si ammalò tanto gravemente che la fanciulla, pur di ottenere la guarigione, non avendo altri mezzi, offrì in voto alla Madonna la rinuncia al suo amore per il giovane artista. Mentre glielo comunicava, seduti all'ombra di un grande albero, dai rami cadde sul suo grembiule una tela di ragno fittissima, fine, complicata e leggiadra. I due innamorati ne restarono incantati e lei pensò subito di provare a rifarla col filo più fine del suo fuso. Lui con alcuni rami dell'albero chiuse e irrigidì il grembiule fra quattro bastoncini, in modo da portare a casa, indenne, il prezioso disegno della ragnatela. Così mentre Serena lo copiava col suo filo, lui la aiutava a tener separati e ordinati i tanti fili necessari, che altrimenti si arruffavano e imbrogliavano, legando un bastoncino di legno alla estremità di ciascun filo. Così dall'amore e dall'arte nacque il primo tombolo e il primo pizzo di Bruges; che piacque moltissimo alle gran dame della città che ricompensarono lautamente la giovane autrice della stupenda ragnatela. Ma con l'agiatezza e la salute della madre, venne per Serena il dolore: lasciare il suo innamorato, per adempiere al voto. Ancora una volta però il miracolo si ripetè. Dallo stesso albero all'ombra del quale i due fidanzati piangevano la loro separazione, cadde un'altra ragnatela su cui era scritta l'assoluzione del voto. Se si passa alle origini storiche del merletto si vede che invece esso è nato con tutta probabilità proprio in Italia , alla fine del '400, e per ragioni funzionali, non meno che estetiche: sostituire le pesanti decorazioni colorate di passamaneria d'oro e d'argento di stampo medioevale dai sontuosi abiti delle nobildonne, con qualcosa di più leggero e soprattutto di lavabile insieme al tessuto della biancheria di lusso. Nasce così, di semplice filo bianco, la trina cioè un passamano intrecciato 3 volte; chiamato anche terneta (da tre) trenèta, trinetta, che si aggiunge al tessuto
Comune di Vieste :
La storia e le leggende sulla città di Vieste del Gargano - Foggia - Puglia
Le origini: tra leggenda e realtà
Vieste vanta un'origine antichissima, ma ancora controversa: secondo una leggenda Noé, finito il diluvio, avrebbe deciso di trascorrere il resto della sua vita sulle coste del Gargano e, alla morte di sua moglie Vesta, avrebbe risolto di fondare una città che recasse il nome dell’amata a sua imperitura memoria. Attualmente gli studiosi tendono ad identificare Vieste con l'antica Apeneste [greco: isolato rifugio], oppure con Uria. Il toponimo Vieste, invece, farebbe riferimento alla dea greca del focolare Estia (Vesta), figlia di Crono (Saturno) e Rea (Cibele), e al culto del fuoco collegato a tale divinità.
Quale che ne sia comunque l’origine, dell’antico passato di questa città ci parlano ancora le necropoli, risalenti al III secolo, nonché i resti di mura megalitiche.
La leggenda di Pizzomunno e Cristalda
Una delle spiagge più caratteristiche di Vieste è la spiaggia di Pizzomunno. Il nome di questa spiaggia è legato all’ imponente monolite bianco. La leggenda di Pizzomunno, che gli abitanti di Vieste si tramandano sin dall’antichità, ci narra l’ appassionante storia d’ amore di due giovani viestani: Pizzomunno e Cristalda.
I due giovani si amavano di un amore sincero e senza tempo. Pizzomunno si recava ogni giorno sulla piccola spiaggia per andare in mare con la sua barca. Al largo, ammalianti sirene lo adoravano e intendevano sedurlo con i loro canti. L’ uomo, fedele alla sua Cristalda, rifiutò più volte di divenire loro amante.
Le sirene, gelose ed indispettite, decisero di punire il giovane uomo trascinando la sua amata Cristalda nelle profondità del mare, in modo da sottrarla a lui per sempre.
Fu così che Pizzomunno fu pietrificato dal dolore e vide il suo corpo trasformarsi nel monolite che, ancora oggi, i visitatori di Vieste possono ammirare dalla piccola spiaggia che ne porta il nome.
La leggenda vuole che i due giovani amanti si diano appuntamento allo scadere dei cento anni per rivivere la loro passione nel breve tempo di una notte.