Puglia  Archeologia con centri e sedi operative di archeologia

Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia - La sede istituzionale è nella Città Vecchia di Taranto in via Duomo 33 nel restaurato Convento settecentesco di S. Domenico tel. 099/4713511 â€" fax 099/4600126. La Soprintendenza per i Beni Archeologici ha compiti istituzionali in materia di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni archeologici presenti in Puglia .

Puglia - Archeologia

CANOSA DI PUGLIA
La fondazione della città di Canosa, sorta sul fiume Ofanto e dotata di un trafficato porto, era fatta risalire a Diomede poichè all'epoca di Ottaviano Augusto si parlava il greco.Gli ipogei presenti nel territorio sono di età romana, ma furono molto utilizzati anche nei periodi successivi.Gli ipogei Lagrasta, risalenti al IV - III a. C., sono degni di nota.Di età repubblicana era il santuario di Minerva.Nel II secolo d.C. per l'intervento dell'imperatore Antonino Pio la città fu rimodernata e ampliata. A questo periodo risalgono il Tempio di Giove Toro, la Porta Varrone e le terme.

LA CATTEDRALE DI S. SABINO A CANOSA - STORIA

Nella centrale piazza S. Sabino sorge la Cattedrale (dedicata a S. Sabino, vescovo di Canosa nel secolo V, eretta attorno al 1080, ma in buona parte alterata all'esterno dopo il terremoto del 1689 e nei primi decenni dell'800 con l'allungamento del piedicroce e il rifacimento della facciata, rimasta incompiuta. Dal piazzale alberato che si stende sulla destra sono visibili il transetto con parte della muratura antica, le caratteristiche cupole ribassate e la Tomba di Boemondo.

L'INTERNO a croce latina a tre navate, è molto alterato spazialmente dall'aggiunta ottocentesca, corrispondente alle prime tre arcate, il portale principale, nascosto dalla porta lignea, è quello originale, trasferito al momento dell'abbattimento della facciata. Si passa quindi nella chiesa antica (in neretto nella pianta), del primo periodo dell'architettura romanica pugliese, d'ispirazione spiccatamente bizantina e orientale, luminosa e suggestiva. Comprende le ultime due ampie campate delle navate, il transetto e l'abside maggiore. Ha cinque cupole a vela, due sulla navata centrale, una al centro della crociera e una per ciascun braccio del transetto, congiunte e sostenute da archi che poggiano su colonne monolitiche isolate davanti alle pareti, provenienti da antichi monumenti di Canusium; sei sono di verde antico, le altre di cipollino e di granito, tutte con basi e bellissimi capitelli antichi di marmo bianco con volute e foglie d'acanto. Le navate laterali voltate a botte comunicano con la mediana per mezzo di arcate tagliate nella parete. Nell'ultima campata della navata, a sinistra, è il pergamo (pianta, A), della prima metà del sec. XI ricomposto nel 1905, opera di un maestro Acceptus arcidiacono, d'ispirazione laziale-campana con richiami all'arte longobarda e carolingia. E’ quadrangolare, su quattro pilastri ottagonali; nella faccia anteriore sporge il lettorino con leggio sorretto da un'aquila ad ali spiegate ritta su un pilastrino terminante a testa umana. Nel fianco sin. sono scritti i nomi dell'artista (nella cassa, 'Ego Acceptus peccator archidiaconus feci hoc opus') e del committente (sopra, 'Per iussionem domini mei Guitberti Penerabilis presbiteri'). Nel centro del presbiterio s'innalza il ciborio (B), imitazione moderna del 1905. All'altare maggiore è la Madonna della Fonte, tavola bizantineggiante del '200 ricoperta in seguito con lamine d'argento. Nell'abside semicircolare sono i sedili per i canonici, rifatti nel 1905 (che nascondono quelli originari), e al centro la bella cattedra vescovile (C), dello scultore Romualdo, che la fece per Ursone, vescovo di Bari e Canosa dal 1079 al 1089 (come da iscrizione sul fianco destro); è una robusta costruzione decorata a racemi e animali e sorretta da due elefanti, ispirati a bronzi musulmani; nel fianco destro si legge il nome dello scultore.
Dalle navate laterali si scende nella profonda CRIPTA, rimaneggiata nel 1567, a tre navate (la centrale con volta a sesto ribassato, le laterali a vela) divise da colonne con capitelli, alcuni antichi, corinzi, databili al V secolo; l’altare è sorretto da colonnine romaniche dai capitelli zoomorfi. Nel TESORO si conserva un messale miniato del '300, un Crocifisso romanico d'avorio, un fiabello in bosso e pergamena del XIII sec. e altri oggetti di varie epoche. Notevole anche l’Archivio Capitolare.Da una porta (D) in fondo al transetto destro si esce, passando per un protiro (scoperchiato) su tre massicce colonne, in un cortiletto a 3 m. sotto il livello della piazza: a sinistra, addossata alla parete del transetto, è l'interessante Tomba di Boemondo.


I Centri Operativi di archeologia presenti in Puglia :

Centro Operativo per l'Archeologia - Bari - Palazzo Simi â€" strada Lamberti, 1 â€" Bari tel. e fax 080/5275451

Centro Operativo per l'Archeologia della Daunia - Foggia - Via Miracoli, 1 - 71100 Foggia tel e fax 0881/725458

Centro Operativo - Gravina in Puglia (BA) - c/o Fondazione Pomarici Santomasi Via Museo, 9 â€" Gravina in Puglia tel e fax 080/3267526

Centro Operativo per l'Archeologia del Salento - Via G. De Jacobis, 1 â€" 73100 Lecce tel e fax 0832/247018

Sede operativa di Documentazione Messapica Via F. Russo, 46 â€" 72100 Oria (BR) tel. 0831/845703

Sede operativa per l'Archeologia - Manfredonia (FG) Presso il Museo Nazionale di Manfredonia Castello svevo-angioino Piazzale Ferri - 71043 tel. e fax 0884-587838

Sede operativa per l'Archeologia - Altamura (BA) Presso il Museo Archeologico Statale di Altamura Via Santeramo 88 tel. e fax 080-3146409

Sede operativa per l'Archeologia - Canne della Battaglia (BA)  A circa 20 Km da Barletta in direzione di Canosa di Puglia tel. e fax 0883-510993

Sede operativa - Conversano (BA) Interno San Benedetto 70014 Conversano (BA) tel. e fax 080/4951975

Sede operativa per l'Archeologia - Ruvo di Puglia (BA) Presso il Museo Nazionale Jatta Piazza Bovio, 35 tel. e fax 080-3612848

Sede operativa per l'Archeologia - Egnazia (BR) Litoranea Monopoli-Torre Canne, Savelletri di Fasano (BR) tel. e fax 080-4829056

Sede operativa per l'Archeologia - Gioia del Colle (BA) Presso il Museo Archeologico Nazionale di Gioia del Colle Castello normanno-svevo Piazza dei Martiri tel. e fax 080-3481305
 

Sede operativa per l'Archeologia - Manduria (TA)  Via Lupo Donato Bruno, 19/23 74024 Manduria (TA) tel e fax 099/9795516

 

 


RIPRODUZIONE DEL MOSAICO CON SCENA MARINA (II secolo d.C.) Canosa, giardini degli ipogei Lagrasta

Rimane solo un frammento di 32,27 X 3,80 m. con tessere bianche e nere di 1,5-2 cm., che presenta al suo interno molte lacune.Un campo di tessere bianche è delimitato in alto da due fasce rispettivamente di quattro e due filari di tessere nere. La superficie di tessere bianche è percorsa da segmenti di tessere nere disposte su sette file a indicare schematicamente le onde del mare; su di esse si dispone un ippocampo preceduto da un altro animale di cui oggi resta solo la coda. Il cavallo marino presenta sul corpo alcuni dettagli anatomici resi con file di tessere bianche.



MATTINATA ARCHEOLOGIA ED ARCHITETTURA

Il territorio è ricco di testimonianze che, dai primi insediamenti paleolitici (Coppa del Principe e Grotte Scurzilli) riassumono il passato fino ai nostri giorni.
La Necropoli di Monte Saraceno. Una panoramica strada sterrata che apre la vista sulla Piana di Mattinata, conduce all’estremità del Monte nella cui roccia sono incavate 500 tombe della necropoli dell’antica Matino. Le tombe, rievocano il rito del ritorno alla vita pre natale. In esse i morti erano posti rannicchiati con gli oggetti a loro più cari. Coprivano le tombe lastre di pietra, le note “stele”, sormontate da teste, scudi e falli, secondo l’entità e l’importanza del defunto.

Le Ville Romane dell’Agnuli. A pochi metri dal mare, all’imbocco del porticciolo, risaltano i resti di case patrizie del I-V sec. d.C. le cui mura esaltano l’ordinata tecnica muraria dei piccoli mattoni romboidi posti a reticolo e i pavimenti a spina di pesce.

L’Abbazia Benedettina di Monte Sacro. I resti del complesso della SS. Trinità, edificato sulla vetta del Monte Sacro tra il V e IX secolo, intorno ad un originario eremo, con la Necropoli di Monte Saraceno, costituisce la tappa di maggiore interesse dell’itinerario storico-ambientale. L’area edilizia di 6.500 mq., i 350 metri di mura perimetrali, il pronao, i massicci pilastri con fini capitelli, ben rappresentano lo splendore di questa potente Abbazia che, nel XII sec. controllava gran parte dei terreni fertili di Mattinata, con rilevanti possedimenti nel Gargano fino alla Terra di Bari. Fu proprio il difficile governo di tanta ricchezza ad avviarne la decadenza, intorno al XIV sec. Il pontefice, Sisto V, nel 1481 ne decretò la fine.

Il Convento Pulsanese della Sperlonga. In una valle, tra gli ulivi, allo sbocco di una irta e suggestiva gola, si trovano i resti del Convento di S. Stefano, del XIV sec. ben rappresentato dal bel portale su cui era posta una statua del Re David che suonava la lira.


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