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STORIA

La Puglia è, tra le regioni d'Italia, una delle più ricche di reperti preistorici, tra i quali assumono un valore preminente i dolmen e i menhir diffusi soprattutto nella Capitanata, nel Tavoliere e nella Terra di Bari. Verso la fine del II millennio a.C. si consolidarono i gruppi etnici dominanti nell'era protostorica, i quali formarono le stirpi dei dauni, dei peucezi e dei messapi. Come per gran parte dell'Italia meridionale le forme più evolute di governo e di insediamento derivarono dalla colonizzazione ellenica (vedi Magna Grecia), che raggiunse il culmine nel IV secolo a.C., periodo in cui si affacciarono in Puglia le milizie dei romani.

Alla definitiva conquista romana la Puglia giunse dopo diverse campagne belliche, scandite da episodi di tono epico, quali la presa di Taranto (272 a.C.) e la conquista di Brindisi (244 d.C.). Nei secoli di massima espansione dell'impero, la Puglia conseguì una notevole ricchezza economica, occupando posizioni di primato nella produzione del grano e dell'olio e divenendo tramite degli scambi tra Roma e l'Oriente. Alla caduta dell'impero romano d'Occidente, si alternarono sul territorio pugliese bizantini, longobardi e arabi, prima che Bisanzio riuscisse definitivamente ad attrarre la regione nella propria sfera di influenza (IX-XI secolo). Bari divenne capoluogo di un dominio esteso sino alla Lucania e sottoposto all'autorità di un catapano (governatore bizantino). Attecchirono allora la cultura e la religiosità orientali, che lasciarono tracce durevoli nella religiosità, nel culto e nell'architettura locali.
Dapprima sotto i normanni e poi sotto gli svevi, esponenti della casata degli Hohenstaufen, la Puglia conseguì un sostanziale progresso materiale e civile, che toccò l'apice con Federico II, a cui si deve una serie di edifici laici e religiosi, alcuni di alto valore artistico. Dal 1264 al 1435 la Puglia fu sotto la dominazione angioina, all'interno del Regno di Napoli, a cui subentrarono gli spagnoli: in queste fasi si incardinò nel suolo e nei legami sociali un potere diffuso che mise profonde radici, quello dei baroni, feudatari forniti di latifondi e di prerogative giurisdizionali pressoché illimitate che ne facevano una sorta di signori assoluti.
Fu con l'arrivo dei Borbone, la dinastia spagnola insediata nel Regno di Napoli dal 1738, che, grazie a una politica di riforme illuminate, giunsero i primi apporti di statualità nel territorio pugliese e attivarono energie imprenditoriali nuove. Nel periodo della dominazione francese (1806-1815), sotto il viceregno di Gioacchino Murat, la modernizzazione della Puglia fu incoraggiata dall'abolizione del feudalesimo e dalle riforme giudiziarie, non cancellate neppure dalla successiva restaurazione dei Borbone (1815).